"Lex Netflix": L'industria cinematografica tira un sospiro di sollievo
La Commissione culturale del Consiglio nazionale è a favore di una "Lex Netflix" efficace. In futuro, non solo le stazioni televisive ma anche i servizi di streaming dovrebbero investire il 4% delle loro entrate in film locali, come è consuetudine nella maggior parte dei paesi europei. L'industria cinematografica chiede ora al Consiglio nazionale di seguire l'esempio nella sessione autunnale.

"Accogliamo con favore il fatto che la Commissione culturale del Consiglio nazionale voglia assicurare condizioni di parità per l'industria cinematografica nazionale", dice Barbara Miller, presidente di ARF/FDS Verband Filmregie und Drehbuch Schweiz, a proposito della decisione. E anche Heinz Dill, presidente dell'Associazione svizzera dei produttori cinematografici SFP, è convinto: "L'obbligo d'investimento proposto dal Consiglio federale sosterrebbe l'industria nell'affrontare la concorrenza internazionale ed esportare sempre più le produzioni. E questo senza i soldi dei contribuenti, ma grazie agli obblighi internazionali abituali".
Coloro che mostrano film e serie dovrebbero anche investire in essi: Questo è il significato della nuova legge sul cinema proposta dal Consiglio federale. Le emittenti televisive svizzere sono già obbligate a investire il 4% delle loro entrate in film e serie svizzere. In futuro, anche le piattaforme di streaming e le finestre pubblicitarie straniere dovranno investire nella cinematografia svizzera.
Il 4% proposto dal Consiglio federale non è alto per gli standard internazionali, ma è enormemente importante per tutta l'industria cinematografica svizzera: "Se i paesi vicini hanno obblighi di investimento significativi, ma la Svizzera no, allora noi cineasti svizzeri siamo svantaggiati e a volte siamo dimenticati fin dall'inizio del processo", dice Elena Pedrazzoli, co-presidente del gruppo scrittori, registi, produttori del GARP. "Soprattutto per le serie, dipendiamo dalle coproduzioni internazionali, che spesso non possono essere finanziate solo con i budget svizzeri", aggiunge Jean-Marc Fröhle, produttore cinematografico e co-presidente della IG unabhängige Schweizer Filmproduzenten.
Il progetto di legge sarà ora discusso di nuovo il 16 settembre nella sessione autunnale dal Consiglio Nazionale, che un anno fa era ancora a favore di minare la legge e imporre un obbligo di investimento di solo l'1%. I cineasti svizzeri esigono che il Consiglio nazionale torni ora all'intenzione della legge e faccia in modo che il cinema svizzero non sia svantaggiato.
I dettagli dei voti nella Commissione si possono trovare nel comunicato stampa dell'CSEC-N (2a sezione).